Lo stato nell’inerzia e l’ozio assorto
E del popolo il vero e del monarca.
Dio mio, ti raccomando la mia barca.
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Ma un presagio, che si risolve in una satira così diretta al governo, è poco in accordo con le opinioni e coi sentimenti del Gozzi e del resto ogni querimonia anteriore ad una catastrofe, come quella che sfolgorò la vecchia Repubblica, piglia facilmente aspetto di profezia. Nella Prefazione all’edizione del 1772, egli dà il suo poema per una satira generica ai costumi a guisa del Giorno del Parini. Trent’anni dopo, quando ogni ragione di prudenza era scomparsa, lo chiamava ancora: «picciolo, vero, e significante ritratto de’ costumi e del pensare della società;1» non altro. E così nella Chiacchiera, ancora inedita, ch’egli divisava premettere ad una ristampa della Marfisa, neppur fa cenno di questo e solo difende le buone intenzioni dei Granelleschi e confuta prolissamente e leggermente le dottrine del Cesarotti intorno alla lingua italiana.2
- ↑ Carlo Gozzi. Opere edite e inedite. Tom. XIII. (Venezia, Zanardi 1802). Prefazione alla Commedia: Amore assottiglia il cervello.
- ↑ Chiacchiera di Carlo Gozzi intorno alla lingua letterale italiana e alcune ricerche sopra il libro intitolato — Saggio sopra la Lingua Italiana dell’Abate M. Cesarotti etc. (Museo Correr di Venezia. Raccolta Cicogna N. 3552-3). Nè pubblicò qualche brano il Prof. Guido Mazzoni nel suo volumetto: In Biblioteca: «Accademicus prò Accademia» pag. 156 e segg.