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lxiv prefazione.

che Carlo Magno, Parigi, i Paladini.... non sieno stati presi dallo scrittore che per coprire d’una veste allegorica un picciolo abbozzo del prospetto dei costumi, della morale dei giorni suoi e dei caratteri in generale de’ suoi compatrioti riformati da scrittori perniziosi e dalla scienza del nostro secolo detto illuminato1... Sotto i due nomi dei Paladini Marco e Matteo del Pian di S. Michele sono figurati particolarmente il Chiari ed il Goldoni, maggiori nemici arrabbiati dell’Accademia dei Granelleschi... Non si cela che sotto il nome del Paladino Dodone Dalla Mazza è figurato l’autore del poema della Marfisa, il quale unito agli Accademici Granelleschi di lui sozi, fu il martirio maggiore dei due sopraccennati poeti.2» Finalmente nell’impero di Carlo Magno, che si sfascia per impotenza, mal costume e debolezza, il Tommasèo crede che il Gozzi abbia prenunziata «la vicina dissoluzione della repubblica.3» Di ciò non è sentore nelle Annotazioni. Certo però sono notevoli in un poema tutto allegorico questi versi del Canto XII:

Carlo è già vecchio e presso all’ora estrema
E deggio dir pria che sia in tutto morto
A che ridotto fosse e in qual sistema


  1. Alle solite rassegne di guerrieri dei poemi cavallereschi ed eroicomici sostituisce una rassegna d’invitati ad una festa, con bozzetti caratteristici e mordacissimi.
  2. Avvertimento e Annotazioni al Canto I.
  3. Storia Civile nella Letteraria. Pietro Chiari etc. pag. 296.