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lxii | prefazione. |
Del resto loda e biasma chi ti pare |
Anche chi non soffre di gran tenerumi democratici troverà incivile tutto questo disprezzo. Ma in Carlo Gozzi è significantissimo dell’indole sua e dei principii che professava, e fa un po’ riscontro al contegno di quei nobili, così finamente castigato da Gaspare Gozzi nella Gazzetta, che dai palchetti del san Luca sputavano in platea, prendendo i cittadini, che vi sedevano, per altrettante «iscodelle da sputarvi dentro.»2
Notevole è pure la Marfisa Bizzarra, poema faceto che il Gamba molto inesattamente paragonò alla Secchia Rapita e al Ricciardetto, il Morelli con evidente esagerazione chiamò «un modello perfetto,»3 ma di cui il Tommasèo, benchè severissimo al Gozzi, lodò giustamente «i sali vivaci e la franca dicitura.4» Aggiunse però che non ha «nè caratteri, nè disegno;» critica, che non mi sembra giusta. La Marfisa è una satira, non un poema. I caratteri sono caricature e non vi fosse che quella di Marfisa, modellata