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prefazione. | liii |
Smascherava la finzione che la Tartana fosse scritta da un morto1 e ch’egli non ne fosse che l’editore:
Qual colpa è mai di quel barbier di Mida |
Non avea più alcuna misura nella volgarità birichinesca dello scherno:
O putti da buon tempo, o compagnoni, |
- ↑ Nella lettera di dedica a Daniele Farsetti, il Gozzi finge che un amico suo e gran nemico del Goldoni e del Chiari, vedendo i trionfi di questi due, «tutto venne meno di malinconia e rinserratosi in una sua cameretta, scrisse disperato codesta Tartana, che possiamo dire fosse il suo testamento, perocchè, terminata che l’ebbe, e anche non molto ripurgata, sì peggiorò per la mattana, che le dava questa sua noia, che co’ nomi di Luigi Pulci, di Franco Sacchetti e del Burchiello, suoi carissimi, in sulle labbra, morio.»
- ↑ Ined. nel Codice Cit. della Raccolta Cicogna.
- ↑ Il Goldoni, già impiegato nella cancelleria criminale.