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xlii prefazione.

questi se ne vendicò, satireggiandolo sotto il nome di Signor Vanesio in un suo romanzo, la Comica in fortuna. Per tutta risposta, pur ribadendogli:

Ma vu guastè el teatro: e la bella fattura
Che avea fatto Goldoni se perde e più non dura,

il Casanova gli promise un cargo de legnae, ma era già alla vigilia d’esser chiuso nei Piombi e non potè mantenergli la promessa.1 Si sbracciava il Chiari a procurarsi fautori dappertutto, ed uno dei documenti più strani della sua pazza vanità sono le Epistole Poetiche a lui dirette da Alcuni Letterati Modanesi e pubblicate con le risposte di lui.2 Di queste Epistole il Goldoni, scrivendo all’Arconati-Visconti in proposito del poemetto in sua difesa del Padre Roberti, diceva: «non maltratta alcun altro, per onorare l’amico suo; non seguita lo stile dei Modenesi nelle loro Epistole Martelliane, nè mi mette al di sopra de’ buoni autori, com’essi fanno il loro versificatore.3» E Gaspare Gozzi in una lettera al Mastraca: «il (Chiari) è stato gonfiato a Modena con lettere

  1. D’Ancona, loc. cit.
  2. Della Vera Poesia Teatrale — Epistole Poetiche di alcuni Letterati Modanesi dirette al Sig. Abate Pietro Chiari colle risposte del medesimo. (In Modena, Eredi Soliani, 1754).
  3. Lettere di Carlo Goldoni al Conte G. A. Arconati-Visconti, cit.