L’uno, o l’altro, se vive. In questo foglio
Leggi, che tronche son le sue sventure.
(gli dà un foglio)
Cal. (osservato il foglio) O Dei celesti, puote
esser mai questo!
Turandotte... Signor... Ma a che mi volgo
A’ mortali in trasporto? I miei trasporti
Sieno a voi, Numi; a voi le mani innalzo,
Voi benedico, e a voi chiedo sventure
Maggiori ancor delle sofferte, a voi,
A voi, che contr’ogni pensiero umano
Tutto cambiate, umil perdono io chiedo
De’ miei lamenti, e, se talor la doglia
Questa vita mortal disperar fece
D’una provvida mano onnipossente,
A voi chiedo perdono, e l’error piango.
(Tutti gli astanti saran commossi, e piangeranno)
Tur. Nessun funesti più le nozze mie.
(in atto riflessivo) Calaf per amor mio la vita arrischia.
Un Ministro fedel morte non cura
Per far felice il suo Signor. Un altro
Ministro, ch’esser puote Re, riserva
Pel suo Monarca il trono. Un vecchio oppresso
Vidi pel figlio apparecchiarsi a morte;
Ed una donna, che quì meco tenni
Amica più, che serva, mi tradisce.
Ciel, d’un abborrimento sì ostinato.
Che al sesso mascolino ebbi sin’ora