Tur. Adelma, e quale
Furor ti prese!
Adel. A te palesi sono
Le mìe sciagure. Or sappi, che mi togli
Anche un amante, in cui sperava solo
Per lui son traditrice, ed ei mi toglie
Modo di vendicarti. Almen mi lascia
Nella mia libertà. Lascia, ch’io fugga
Raminga di Pechin. Non usar meco
L’ultima crudeltà, ch’io miri in braccio
Calaf di Turandot. Io ti ricordo,
Ch’un cor geloso, un’alma disperata
Tutto può, tutto tenta; e mal sicura
Ognor sei, dov'è Adelma. (piange)
Alt. (a parte) Io ti compiango,
Misera Principessa.
Cal. Adelma, lascia
Di tanto lagrimar. Vedi, che in grado
Son or di compensare in qualche parte
Quant’ho per tua cagion. Sposa, Altoum,
Se nulla posso in voi, quest’infelice
Principessa abbia libertade in dono.
Tur. Padre, anch’io ve lo chiedo. Io mi conosco
Oggetto agli occhi suoi troppo crudele
Da poter sofferir. L’amor, l’intera
Confidanza, che in lei posi, fu vana.
L’odio chiuso tenea. Mai non potrebbe
Turandotte ad Adelma esser amica
Più, che Signora; ella nol crederia.
Libera vada, e se maggior favori