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320 Turandot

     Non sentirla più doglia in queste membra,
     Peggior di morte. E tu, Altoum pietoso.
     Perchè non lasciar correre la legge,
     Ch’anche morir dovessi, se scoperti
     Fosser dalla tua figlia quei due nomi,
     Ch’or più allegra saria? (piange)
Alt. Calaf, l’affanno
     Vecchiezza opprime... L’impensato caso
     Trapassa questo sen.
Tur. (basso a Zelima) Zelima, il misero
     Mi fa pietà. Difender più non posso
     Il mio cor da costui.
Zel. (basso) Deh ceda alfine.
     Sento il popol, che freme.
Adel. (da sè) È questo il punto
     O di vita, o di morte.
Cal. (vaneggiante) Un sogno parmi...
     Mente, non vacillar. (furioso) Tiranna, dimmi;
     A non veder morir chi sì t’adora
     T’incresce forse? Io vo’, che tu trionfi
     Anche sulla mia vita. (furente s’avvicina al
     trono di Turandot
) Ecco dinanzi
     Ai piedi tuoi vittima sfortunata
     Quel Calaf, che conosci, e ch’abborrisci,
     E ch’abborrisce il Ciel, la terra, il fato,
     Che disperato, fuor di sè medcsmo
     Spira sugli occhi tuoi. (trae un pugnale; è
     per ferirsi; Turandot precipita dal trono,
     e lo trattiene
)
Tur. (con tenerezza) Calaf, che fai?