Scellerata fortuna, porre in opra
Dopo tante miserie co’ tuoi colpi
Contr’un oppresso, un disperato, un Principe
Tutto amor, tutto fede, ed innocenza?
E fia di tanto, sì, di tanto fia
Capace Turandotte!... Ah, non può darsi
Un cor sì traditore in sì bel volto, (con isdegno)
Principessa, m’inganni.
Adel. Io non m’offendo
Del torto, che mi fai. Già ben previdi
Che dubitar dovevi. Sappi, ignoto.
Che per l’enigma tuo là nel Serraglio
Furente è Turandot. Ella già scorge
Impossibil l’impresa del disciorlo.
(caricata) Forsennata passeggia, e, come cagna,
Latra, si scuote, si difforma, e grida.
Verde ha la faccia, di color sanguigno
Ha gli occhi enfiati, loschi, e ’l ciglio oscuro.
Orrida ti parrebbe, e non più quella,
Che nel Divan t’apparve. Io m’ingegnai
Di colorir le tue soavi forme,
Per placare i trasporti, e tutto feci,
Perch’ella in suo consorte ti prendesse.
Ogni sforzo fu vano. Alcune insidie
Ella ordì; tu le sai. S’eran fallaci,
A certi suoi fedeli Eunuchi diede
Ordine d’ammazzarti a tradimento.
Son più vasti i comandi. Infernal alma
Peggior non nacque, e tu compensi morte,
Oh’hai sopra il capo, alla crudel d’amore