Zel. Quai parole, Signor?
Cal. S’apra l’abisso,
E questa schiava nel suo centro inghiotta.
Se menzogna vi dissi.
Zel. Dubitate,
Ch’io non vi dica il ver?
Cal. Dubito in parte,
E sì forte è ’l mio dubbio, ch’io ricuso
D’appagarti di ciò. Va a Turandotte,
Dille, che m’ami, e ch’io le niego i nomi
Per eccesso d’amor, non per offesa.
Zel. (con audacia) Imprudente, non sai quanto costarti
Può questa ostinazion.
Cal. Costi la vita.
Zel. (fieramente) E ben; pago sarai, (a parte)
Vana fu l’opra. (entra dispettosa)
Cal. Ite, inutili larve. Ah, le parole
Di Schirina m’affliggono. Vorrei,
Che l’infelice madre... il padre mio...
Alma, resisti. Ancor poche ore mancano
A saper tutto, a uscir d’angoscia, e spasmo.
Riposiam, se si può. (siede sul sofà) La travagliata
Mente brama riposo, e par, che venga
Sonno a recar conforto a queste membra.
(s’addormenta)