Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
298 | Turandot |
Purtroppo sarà ver; che le sventure
Piovon sopra di me... (guarda un’altra porta
della stanza) Nuovo fantasma!
Vediam, che venga a far.
SCENA SETTIMA.
Zelima e Calaf.
Zel. Prence, io son schiava
Di Turandot, in questo loco giunta
Per quelle vie, che ad una Principessa
Possibili son sempre, e apportatrice
Son di felice annunzio.
Cal. Oh ’l Ciel volesse.
Schiava, non mi lusingo; è troppo barbaro
Della tua Principessa il cor sdegnato.
Zel. È ver; nol so negar. Ma pur, Signore,
Voi siete il primo. Impression d’affetti
Le destaste nel sen. Parrà impossibile,
E certa son che le parole mie
Terrete per menzogne. Ella persiste
Nel dir, che v’odia, eppur mi sono accorta,
Ch’ella è amante di voi. S’apra il terreno
E m’ingoi, se non v’ama.
Cal. E ben; ti credo.
È felice l’annunzio; altro vuoi dirmi?
Zel. Io deggio dirvi, ch’ella è disperata
Sol per ambizion; ch’ella confessa,
Che impossibile assunto nel Divano
Si prese al nuovo giorno, e che mortale