spare ed è la debolezza sua, per cui era solito lasciarsi tirar pel naso dalle donne di sua casa, le più indiavolate in tali contese. Da queste, nelle quali avea educato l’umor suo, passò Carlo Gozzi alle contese letterarie. Quella col Goldoni e col Chiari, ch’egli si compiacque sempre d’appaiare con enorme ingiustizia1 incominciò dopo l’impegno contratto dal Goldoni, come poeta comico, con Girolamo Medebach per gli anni dal 1748 al 1753. Quali fossero le condizioni del teatro in Venezia ed in Italia prima della riforma del Goldoni è stato bene o male detto e ripetuto da tanti, che non occorre veramente tornarlo a dire. Meglio e con maggiore autorità d’ogni altro dal Goldoni stesso in più luoghi delle sue Opere, principalmente nella Prefazione alle edizioni del suo teatro del 1750 e del 1753, riprodotta e ampliata nell’edizione Pasquali del 1761: «Era corrotto a segno da più d’un secolo nella nostra Italia il Comico Teatro, che si era reso abbominevole oggetto di disprezzo.... Non correvano sulle pubbliche scene se non isconce Arlecchinate; laidi e scandalosi amoreggiamenti e motteggi; Favole mal inventate e peggio condotte, senza costume, senza ordine.... Molti però negli ultimi tempi si sono ingegnati di regolar il teatro e di ricondurvi il buon gusto. Alcuni si son pro-
- ↑ Marco e Matteo del pian di San Michele (dov’era il teatro S. Angelo, per cui scrissero). Così li chiama nella Marfisa Bizzarra.