Dalle sue stanze per venir a voi.
A me Schirina, e a me tutto quell’oro.
Corrotte son le guardie, che alle stanze
Dell’ignoto han custodia. È mia l’impresa.
Puossi entrar alle stanze, ove soggiorna.
Favellar seco, e, se de’ miei consigli
Ognuno farà buon uso, consolata
Fia Turandotte, sciolta, e gloriosa.
Schirina, se ti preme il tuo consorte,
Zelima, se t'è cara la tua madre,
A modo mio farete. Chi avrà sorte
Di vincer quant’io penso, ricco fia.
Non si perda più tempo. Io spero in breve
Di rallegrarvi.
Tur. Amica, a te m’affido.
Seco vada il tesoro. Teco vengano
E Schirina, e Zelima. Io tutto spero
In Adelma, in Zelima, ed in Schirina.
Adel. Schirina, e voi Zelima, mi seguite.
Meco sia quel tesoro, (a parte) Ah forse io posso
Or rilevar i nomi, e far, che resti
Vinto l’ignoto; e, rinunziato, forse
Resterà mio. Forse averò tant’arte
Di sedurlo a fuggir, di meco trarlo
Fuori da questo Regno. (Adelma, Zelima,
Schirina e un Eunuco col tesoro entrano)
Bar. Moglie, figlia,
Non mi tradite. A quest’alme infernali
Non siate ubbidienti. Oimè, Signore,
Chi sa, che avverrà mai!