Bar. Paga sarai Schirina, Or t'è palese
L’effetto del tuo errore. (con forza) Turandot,
Saziatevi pure. Io non intendo
Di sospender tormenti. Risoluto
Anzi son di morir. Crudi ministri,
Percuotetemi, via. Del Prence ignoto
Conosco il padre, d’ambidue so i nomi;
Ma strazio, angoscia vo’ soffrire, e morte;
E non mai palesarli. Quei tesori
Meno del fango apprezzo. Tu, consorte,
Non t’affligger per me. Quelle tue lagrime.
Se in un barbaro cor penetrar ponno,
Per quell’afflitto vecchio impiega solo.
Resti ’l misero salvo, (piangendo) Egli ha sol colpa
D’esser amico mio.
Sch. (supplichevole) Deh per pietade...
Tim. Nessun s’affligga, alcun non prenda cura
D’un, che a uscir di miseria ha esperienza
Che sol morte può trarlo. Amico, io voglio
Te salvare, io morir. Sappi, tiranna...
Bar. (impetuoso) No, per pietà. Non v’esca dalle labbra
Il nome dell’ignoto: egli è perduto.
Tur. (sorpresa) Vecchio, tu dunque il sai?
Tim. Se ’l so? crudele!
(volto a Barach) Dimmi, amico, l’arcano. Perchè mai
Non poss’io palesar?
Bar. Perch'è la morte