Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
274 | Turandot |
una pipa in piazza, che a star qua in sto palazzo. Ve consegio a andar per i fatti vostri, che farè megio. (entra)
Tart. Oh meglio assai. M’hai un certo ceffo da
birbante, che non mi piace nulla. (entra)
Brig. La me permetta, che obbedissa a chi pol comandar. La fazza grazia de restar servida subito in tel so appartamento.
Cal. Sì, teco sono. (a Barach) Amico, a rivederci.
Ci rivedremo in miglior punto. Addio.
Bar. Signore, vi son schiavo.
Brig. Allon, allon, fìnimo le ceremonie. (ordina ai soldati di prender nel mezzo all’armi Calaf, ed entrano)
SCENA QUINTA.
Barach indi Timur. Timur sarà un vecchio tremante con un vestito che dinoti un’estrema miseria.
Bar. (verso Calaf, che parte nel mezzo all’armi)
Il Ciel t’assista,
Principe incauto. Dal mio canto certo
Custodirò la lingua.
Tim. (vedendo partire il figliuolo nel mezzo
all’armi, agitato da sè)
Oimè! mio figlio!
In mezzo all’armi! Ah che ’l Soldan tiranno
Di Carizmo, crudele usurpatore
Del Regno mio, sino in Pechin l’ha giunto!