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258 Turandot

     stito da Pantalone e da Tartaglia. I Dottori si ritirano in fila nel fondo del teatro)
Alt. Finisci, figlia, d’essermi tiranna
     Colle tue stravaganze. Amato Prence,
     Vieni al mio sen. (abbraccia Calaf. Turandot rinvenuta precipita furente dal trono)
Tur. (invasata) Fermatevi. Non speri
     Costui d’esser mio sposo. Io nuovamente
     Pretendo di propor tre nuovi enigmi
     Al nuovo giorno. Troppo breve tempo
     Mi fu dato al cimento. Io non potei
     Quanto dovea riflettere. Fermate...
Alt. (interrompendola) Indiscreta, crudel! Non è più tempo;
     Più facil non m’avrai. La dura legge
     E già eseguita, ed a Ministri miei
     La sentenza rimetto.
Pant. La perdoni. No gh'è bisogno de altre
     indovinelle, ne de tagiar altre teste, come se
     le fusse zucche baruche. Sto putto ha indovinà.
     La legge xe esequìda, e avemo da magnar sti
     confetti, (a Tartaglia) Cossa diseu vu, Cancellier?
Tart. Eseguitissima. Non v'è bisogno d’interpretazioni.
     Che dicono gli Eccellentissimi Signori Dottori?
     (Tutti i Dottori) È consumata, è consumata, è sciolta.
Alt. Dunque al Tempio si vada. Quest’ignoto
     Riconoscer si faccia, e i Sacerdoti...