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atto secondo 249

lata, vestita riccamente alla Chinese, con aria grave, e baldanzosa. I Dottori, e i Ministri, si getteranno colla faccia a terra. Altoum si leverà in piedi. Turandotte si porrà una mano alla fronte, e farà un’inchino grave al padre, indi salirà il suo trono, e siederà. Zelima si porrà al suo fianco sulla sinistra, Adelma alla destra. Calaf, che si sarà inginocchiato alla comparsa di Turandot, si rizzerà, e rimarrà incantato in essa. Tutti torneranno a’ lor posti. Truffaldino, eseguite alcune cerimonie facete a suo modo, prenderà il bacile di Zelima coi fogli suggellati: li dispenserà ai Dottori, e si ritirerà dopo altre cerimonie e riverenze Chinesi. Durante tutte queste solennità mute, si sarà suonata la marcia. Al partire di Truffaldino rimarrà la gran Sala del Divano in silenzio.


SCENA QUINTA.

Altoum, Torandot, Calaf, Zelima, Adelma, Pantalone, Tartaglia, Dottori e guardie.


Tur. (alteramente) Chi è, che si lusinga audacemente
     Di penetrar gli acuti enigmi ancora
     Dopo sì lunga esperienza; e brama
     Miseramente di lasciar la vita?
Alt. Figlia, egli è quello; (addita Calaf, che
     sarà attonito nel mezzo del Divano in piedi)
     E ben degno sarebbe,
     Che tuo sposo il scegliessi, e che finissi
     D’esporlo al gran cimento, lacerando
     Di chi ti diè la vita il core afflitto.
Tur. (dopo aver mirato alquanto Calaf basso a Zelima)
     Zelima, oh Cielo! alcun oggetto, credi,
     Nel Divan non s’espose, che destasse