Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
248 | Turandot |
Cal. Troppo dicesti. È vana ogni fatica.
Morte pretendo, o Turandotte in sposa.
Alt. Crudel, ti sazia; abbi la morte, ed abbi
La mia disperazion. (alle guardie) La Principessa
Entri al cimento nel Divan; s’appaghi
D’una vittima nuova. (parte una guardia)
Cal. (da se con fervore) Eterni Numi,
M’ispirate talento. Non m’opprima
La vista di costei. Io vi confesso,
Che vacilla la mente, e che tremore
Ho nel sen, dentro al core, e sulle labbra.
(all’assemblea) Sacro Divan, saggi Dottori, giudici
Nelle risposte mie della mia vita.
Scusate tanto ardir; clemenza abbiate
Per un cieco d’amor, che non conosce
Dove sia, quanto vaglia, e s’abbandona
Tratto da occulta forza al suo destino.
SCENA QUARTA.
Udrassi il suono d’una marcia, intrecciato con tamburelli. Uscirà Truffaldino con la scimitarra alla spalla, i suoi Eunuchi lo seguiranno. Dietro a questi usciran varie Schiave di accompagnamento con tamburelli suonando. Dopo usciranno due schiave velate, una vestita riccamente e maestosamente alla Tartara, che sarà Adelma, l’altra passabilmente alla Chinese, che sarà Zelima. Questa avrà un picciolo bacile con fogli suggellati. Truffaldino e gli Eunuchi nel passar difilati si getteranno colla faccia a terra innanzi ad Altoum, poi sorgeranno. Le schiave s’inginocchieranno colla mano alla fronte. Uscirà Turandotte ve-