un inchino, si pianta con nobiltà nel mezzo
al Divano tra i due troni verso all'Uditorio.
Altoum segue a parte dopo aver contemplato
fissamente Calaf) Che bella idea!
Quanta compassion mi desta in seno!
Dimmi, infelice, donde sei? Di quale
Principe sei figliuolo?
Cal. (sorpreso alquanto, indi con inchino nobile) Signor, per grazia
Il mio nome stia occulto.
Alt. E come ardisci,
Senza dirmi la nascita, d’esporti
A pretender le nozze di mia figlia?
Cal. (con grandezza) Principe son. Se ’l Ciel vorrà, ch’io mora,
Prima del fatal punto fia palese
Il mio nome, la nascita, lo stato,
Perchè si sappia allor, che all’alto nodo.
Senza sangue reale in queste vene,
D’aspirar non avrei temeritade.
(con inchino) Grazia è per or, che ’l nome mio stia occulto.
Alt. (a parte) Che nobiltà di favellare! Oh quanta
Compassion mi desta! (alto) Ma, se sciogli
Gli oscurissimi enigmi, e di non degna
Nascita sei, come potrò la legge?...
Cal. (interrompendolo arditamente) Per i Principi sol scritta è la legge.
Signor... oh ’l Ciel lo voglia... allor, s’io sono
D’ignobil stirpe, il capo mio la pena