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atto primo 229

     Enigmi della cruda, e esposti invano
     Vi lasciaron la vita.
Cal. (sorpreso) Oh atroce vista!
     Come può darsi tal sciocchezza in uomo
     D’espor la testa per aver consorte
     Sì barbara fanciulla?
Bar. Ma, non dite
     Questo, Calaf. Chiunque il suo ritratto,
     Che gira intorno, vede, una tal forza
     Sente nel cor, che per l’originale
     Cieco alla morte corre.
Cal. Un qualche folle.
Bar. No, no, qualunque saggio. Oggi ’l concorso
     In Pechino è, perchè si tronca il capo
     Di Samarcanda al Principe, il più bello,
     Il più saggio, e gentile giovinetto,
     Che la città vedesse. Altoum piange
     Della giurata legge, e l’inumana
     Si pavoneggia, e gode, (si mette in ascolto.
     Odesi un suono lugubre d’un tamburo scordato)
     Udite! udite!
     Questo suono lugubre è ’l mesto segno,
     Che ’l colpo segue. Io di Pechino uscito
     Sono per non vederlo.
Cal. Tu mi narri
     Strane cose, Barach. Ed è possibile.
     Che da natura uscita una tal donna
     Sia, com'è Turandotte? Sì incapace
     D’innamorarsi, e di pietà sì ignuda?
Bar. Ha mia consorte una sua figlia, serva