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prefazione. xxv

zion forestiere no se abbia messo a ponderar l’incoerenza de tali direzion; mentre osservando la condotta dei Governi lontani opporse diametralmente a quella del Principato no so cossa le riprendesse di più, se l’impudente fidanza di chi regge le Provincie o la comun sonnolenza de chi presiede alla Repubblica.1» Con così alta libertà si parlava ancora nei Consigli di Venezia! Tali uomini la Repubblica aveva ancora! Ma purtroppo quella decrepita sonnolenza era invincibile. Questo in quanto alla storia.

Quanto all’arte, non mancò chi volle scoprire in quella dimora del Gozzi fra un popolo quasi selvaggio e pieno di leggende superstiziose e d’ingenua poesia i primi germi del suo dramma fiabesco. Ma è una sottigliezza molto arbitraria o di cui almeno non è nelle Opere del Gozzi alcun segno sicuro. I sonetti in lode del Querini, qualche satira a’ suoi commilitoni, qualche commedia all’improvviso, recitata con allegria, con audacia e con estro giovanile, ecco tutto il fardelletto poetico, che il Gozzi riportò di Dalmazia.

  1. Morpurgo — Marco Foscarini e Venezia nel secolo XVIII, Degli Inquisitori da spedirsi nella Dalmazia. Orazione detta nel Maggior Consiglio il giorno 17 Dicembre 1747. (Firenze, Le Monnier, 1880.) — Romanin. Storia Docum. di Venezia. Tom. cit. Cap. 5. Cita una relazione di tre Inquisitori della Dalmazia nel 1772, Giacomo Foscarini, Paolo Bembo, Antonio Zen, i quali avranno lasciato il tempo, che trovarono, se gli stessi mali denunziava Francesco Falier, Provveditor Generale nel 1786, in un’altra Relazione citata dal Romanin.