Che attonito mi rende! (guarda lo stucco, che non fa motto) E pur non ride
Il simulacro. E fìa mai ver, che questa
Abbia sincero il cor? Lo voglia il Cielo:
Non mi lusingo ancora. Io vi perdono,
Angela, e lodo. Ah! se sapeste il vero,
Non direste così. Ne’ tempi andati
Cercai donna sincera, che m’amasse,
Che mi dovesse amar sino alla morte;
Pur non la ritrovai. Necessitade
Di dar eredi al Regno oggi mi sforza
A tentar di trovarla, e temo vana
La mia ricerca.
Ang. E chi v’accerta, Sire,
Che di tante donzelle a voi qui entrate
Alcuna tal non fosse?
Der. Chi m’accerta?...
Non ve lo posso dir; ma certo io sono.
M’amate, Angela, voi? (con tenerezza)
Ang. (sospirando) Volesse il Cielo,
Ch’io non v’amassi, che di mortai doglia
Non mi saria il rifiuto, già imminente,
E ch’attendo, Signor, con quella pace,
Che non auguro a voi.
Der. (guarda lo stucco, che non si move. A parte) Nè la deride
Ancora il simulacro!.. O quanta gioia
Mi trabocca nel core!... Ah ch’è impossibile!...
Angela, dite il vero? (con trasporto) E m’amereste