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atto primo. 153

Grazie ti rendo. Mi tremava il core,
Non vedendoti ridere, che avesti
Perduta tua virtù.


SCENA DECIMA.

Smeraldina, guardie e Deramo. Le guardie fanno, come sopra, indi escono e chiudono. Smeraldina con inchini, e gesti ridicoli e caricati si avanza.)


Der.                    Chi siete voi?
     Siedete pur. (a parte) Costei mi sembra certo
Sorella al Credenzier.
Smer. (sedendo) Son io, Signore,
     Di Brighella la suora. Alto lignaggio
     Abbiamo in Lombardia; ma le sventure
     Ci abbassano di stato, e quinci... e quindi...
     Ma povertà non guasta gentilezza.
Der. (si volge alla statua, che riderà) Intesi. Or dite, mia dama Lombarda,
     M’amate voi?
Smer. (sospirando forte) Ah...! ah...! tiranno, e quale
     Dimanda è questa! Io son per voi conquisa. (sospira)
Der. (guarda la statua che ride maggiormente)
     Deh mi dite di più. S’io vi scegliessi
     Per mia sposa, e morissi pria di voi,
     Vedovella lasciandovi, avereste
     Dolor di ciò?