Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
152 | ilre cervo. |
Temete forse in dir: mi son discare,
D’usar disprezzo al vostro Re. Può darsi,
Ch’altro temiate ancor: sinceramente
Non favellate. Avreste forse il core
D’altro amante occupato?
Clar. (a parte) (Ahi crudel padre!
Per te son menzognera, e per serbare
Questa vita infelice). No, mio Re:
Amo sol voi... So ben, ch’io non son degna
Della destra d’un Re; ma, se la fossi,
La vostra bramo solo, ed altro amante
Non ebbi mai.
Der. (guarda la statua, che accresce il gesto di ridere, poi si ricompone) Or ben Clarice,
Ite; che tutto intesi. Io non lusingo.
Io non dispero alcuna. Or udiam l’altre.
Risolverò a suo tempo.
Clar. (si leva; fa un inchino. A parte) Oh voglia il Cielo!
Ch’ei mi ricusi, e che a Leandro io resti. (entrano le guardie, occupano le statue. Clar. entra, le guardie la seguono)
SCENA NONA.
Deramo solo.
Ben strano mi parca d’aver trovata
Donna sincera, (volto alla statua) O portentoso ordigno,