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atto primo. 149

SCENA SETTIMA.


Si cambia la scena, che rappresenterà il Gabinetto regio di Deramo, con porta di facciata. Ai lati della porta vi saranno due nicchie, e in queste due mezzi busti di statue. Il mezzo busto sulla sinistra sarà un uomo vivo congegnato sino alla cintura, e bianco in modo, che V uditorio Io creda uno stucco, simile a quello della destra. L’uomo, che presenterà questo stucco, sia comico, ed abbia abilità di assecondare le scene, che seguono, come sì vedrà notato. Questa statua si suppone esser uno de’ due gran segreti magici, donati da Durandarte, Negromante, al Re Deramo, accennati dal Cigoiotti, prologo. Nel mezzo al gabinetto vi saranno dei cuscini all’Orientale da sedere.

Deramo solo.

Eccomi per consiglio del prudente
Mio Ministro Tartaglia, al duro punto
Di sceglier sposa. (volgendosi all’uomo di
                    stucco) A te mi raccomando.
Di Durandarte, mago, egregio dono,
Che ridendo sin’ora alle menzogne
Delle donne bugiarde, m’hai difeso
Dal nodo indissolubile di sposo
Scoprendo il loro interno mal sincero.
Segreto arcano a me sol noto, e caro,
Deh non m’abbandonar.
Dammi pur segno,
Il ver scoprendo colle risa tue,
A quante oggi presentansi bugiarde;
Ch’amerò meglio non lasciar alcuno
Successore al mio Regno, ch’esser preda