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148 | il re cervo. |
SCENA SESTA.
Leandro e Truffaldino.
Lean. Da una parte esclama dolente sul dubbio, che Clarice, sua amante, sia per le sue gran bellezze scelta dal Re, e di rimaner deluso. Truff. Dall’altra parte afflittissimo fa una caricata descrizione sulle bellezze di Smeraldina; la dipinge orrida; dubita, che la scelta del Re cada sopra lei; si dispera. Lean. Si lagna sulla poca costanza di Clarice; giudica però, che l’ambizione di Tartaglia l’abbia indotta, e sforzata ad esporsi nel Gabinetto regio. Truff. Fa parodìa ridicola dall’altra parte, riguardo a Smeraldina; giudica, ch’ella sia stata sforzata dal mezzano Brighella, suo fratello. Piangono tutti due; si scoprono; si chiedono la cagione del pianto reciproco. Lean. Sostiene, che Clarice sarà la scelta, Truff. Sostiene, che la scelta sarà Smeraldina. Si riscaldano sulla loro opinione, e sul loro buon gusto; si dimenticano il periglio, e la passione. Lean. Spera riflettendo alle duemila settecento quaranta otto donzelle, esposte invano col Re, che Clarice non sia la mosca bianca; e parte. Truff. Che se il Re rinunzia Smeraldina, non averà più stomaco atto a ricevere un rifiuto certamente.
(entra)