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atto primo. | 139 |
ebbe così detto, esclamò: Ahi, amato Cigolotti, si compie la mia condanna. Demogorgone, Dio delle Fate, vuole, che per il corso di cinque anni io viva Pappagallo. Ricordati l’anno 1762 a’ dì 5 di Gennaio, di lasciarmi in libertà nella selva di Roncislappe, dove rimanendo preda d’un uccellatore, opererò gran portenti, ed averà fine la mia condanna; e tu verso le ore sei della notte averai un guadagno di venti soldi per la tua fedel servitù, e fatica. Così detto, lasciò le umane spoglie, e con mio gran stupore diventò un bellissimo Pappagallo.
Attenti dunque, o riveriti Signori, ai grandi accidenti di questo giorno; ch’io me ne vado a mettere nella selva di Roncislappe Durandarte, il mago Pappagallo, e poi riscuotendo i tanto bramati yenxi_ soldi anderò a farvi un brindisi all’osteria della Scimmia all’onore di chi tanto merita con pace, sanità e allegrezza. (si trae la berretta, fa il suo inchino, ed entra)
SCENA SECONDA.
Cambiasi il Teatro, e rappresenta una Sala.
Tartaglia e Clarice.