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128 il corvo.

     Arm. (pigliandolo per mano) Dir mel devi.
     Mil. A che mi sforzi, mia sposa diletta!
     Che brami di saper! Fratello mio,
     Perduto fratel mio per sempre! (piange) Sposa,
     Non m’obbligar...
     Arm.  Deh, parla; io vo’ saperlo.
     Mil. È inutile il saperlo. E già impossibile
     Porlo all’esecuzion.
     Arm.  Dillo; io lo voglio.
     Mil. (staccandosi) Inorridisci, Armilla. Il tuo Norando
     A’ miei prieghi rispose: Ecco il rimedio.
     Con quel pugnale (mostra il pugnale a’ piedi della statua) trucidata Armilla
     Resti sopra la statua. Il sangue solo
     D’Armilla trucidata, il simulacro
     Spruzzando, al suo primier stato Jennaro
     Potrà ridur. S’hai cor di porre in opra
     Un tal rimedio, ponlo. Altro conforto
     Non posso darti. Soffri. Io soffro ancora.
     Così detto disparve, e zolfo, e foco
     Lasciommi entro alle vene. Or vedi Armilla,
     S’è il rimedio possibile. S’io devo
     Furente, disperato, lacerarmi,
     Passarmi ’l seno. (con atto di disperatone) Ah che la morte sola
     Può levarmi d’angoscia. (entra furioso. Arm. resta attonita)
     Arm. (con atto di orrore) Dove sono!
     Che intesi mai! Qual gelo mi trascorre