Jen. (con somma fortezza) Rapita ho Armilla per tuo amore, ed ebbi
Quel falcon, quel destriere, e grato dono
Sperai di farti. Quel falcon uccisi,
Uccisi quel destrier; pregata ho Armilla
A non sposarti, ed ecco la ragione
Di tutto ciò. Mentre ch’io solo stava
Procurando riposo, due colombe,
Prodigiose colombe parlatrici,
Sopra me si fermaro, e messaggiere
Fur di strane minacce. Indi Norando,
Padre d’Armilla, apparve, e furioso
Delle colombe ha confermati i detti.
(a parte affannoso) Ah Cielo! io son pur giunto alla crudele
Metamorfosi orrenda. (a Millo) Eccoti i detti
Delle colombe e di Norando alfine:
Infelice Jennaro, Principe sventurato!
Quel falcon ch’ha in potere, appena a suo fratello
Consegnerà, il falcone caverà gli occhi a quello;
Se non glielo consegna, o gli palesa il fatto,
O con nessun fa cenno eoa parola o con atto;
Il decreto è infallibile; se in nulla mancherà,
Una statua di marmo Jennaro diverrà.
Io dovei consegnartelo ed ucciderlo
Per serbarti le luci, e in un tacere
Per serbar la mia vita. (a parte con grido di dolore) Oh Dio! mi sento