l’orientale da sedere, vicini al posto opportuno alla trasformazione, che deve seguire. Millo siede, fa cenno al fratello, che sieda. Siede)
Jen. (con voce di commozione) Crudel non vi credea.
Cieco foss’io, per non aver veduti
I caratteri vostri, e il vostro nome,
Che a morte mi condanna. (piange)
Mil. (commosso e sostenuto) Il Parlamento...
Le colpe vostre... gli ordini... le leggi...
Le ragioni di stato... (scuotendosi) Or qui non venni
Per rimproveri a voi. Cerco innocenza.
Crudel non sono.
Jen. (a parte agitato) Ahi duro punto!... ahi misero!...
Quanta necessitade, e qual ribrezzo
Mi sprona, e mi trattien! (con dolcezza a Millo) Deh, fratel mio,
Richiamate al pensier sin quando fummo
Pargoletti innocenti, e quell’affetto
Che sempre ci stringea, sì ch’un momento
L’un senza l’altro mal soffria di starsi.
Ne’ fanciulleschi giuochi vi ricorda
La tenerezza e l’armonia. Non mai
Picciol disgusto, o puerile invidia
Fu tra di noi. Sovvengavi, ch’ognora
Tutti i piccioli doni, e tutti i beni,
Che avevamo, divisi tra di noi