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106 il corvo.


SCENA QUARTA.

Armilla e Smeraldina in abito da camera e in confusione. La prima esce dalla porta dirimpetto, l’altra da una scena: s’incontrano.


     Smer. Quai tumulti, quai strepiti son questi,
     Mia Principessa, e come in ogni loco
     Di questa Reggia splender veggio accese
     Fiaccole e torce, e fatta giorno ormai
     L’oscura notte, e in folla andar soldati,
     Tornar ministri e sussurrar per tutto
     Ordini, commession, voci confuse?
     Che fu? che avvenne?
     Arm.  Deh lasciami in pace.
     Jennaro qui nascosto a forza aperse
     L’uscio alla stanza, e con la spada ignuda
     Trucidar volle Millo, sposo mio,
     A me da presso, Millo, suo fratello.
     In carcere fu posto, e strage e sangue
     M’aspetto in vece di quiete e gioia.
     Smer. Che mi narrate! Ov’è lo sposo vostro?
     Arm. Furente il vidi, sospirò, guardommi,
     Pianse d’amare lagrime, ed entrando,
     In un suo gabinetto si rinchiuse,
     Nè al mio pregare aperse, e solo il suono
     Di singulti, e di pianti udir potei.
     Smer. Armilla, Principessa, figlia mia,
     Fuggìam di qui. Fuggiam nelle caverne
     D’un’alpestre montagna. È questo il punto,