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ATTO QUARTO

Anticamera regia, con una porta grande nel prospetto. È la notte oscura. Vedesi sollevare una lastra del pavimento, e uscire Jennaro con una fiaccola accesa in una mano, e con una scimitarra ignuda nell’altra.




SCENA PRIMA.

Jennaro, con voce bassa e agitata.


BEN poteano gli sterpi, i bronchi, i sassi
Di questo sotterraneo, per il tempo
Dimenticato, il passo mio far tardo,
Non mai fermarlo. Dell’amato e caro,
Benchè nimico, mio fratello, troppo
A cor mi sta la vita. Altr’uscio certo,
Onde il dragon possa alla regia stanza
Del fratel mio passar, non v’è che questo.
Qui la mia vita lascierò! La morte
Farà palese l’innocenza mia,
S’io favellando il ver narrar non posso.
(vedrassi lampeggiare da una parte di dentro)
Ma quai vampe, e qual foco, e qual fetore