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atto terzo. 97


SCENA SETTIMA.

Truffaldino, Tartaglia e Pantalone.


Truff. Uscirà furioso, chiederà se abbiano saputo il gran caso successo. Pant. Chiederà se il Principe si sia riconciliato col fratello. Tart. Chiederà, se Jennaro abbia fatta qualche maggior bestialità. Truff. Si pianterà in un’attitudine d’un tragico recitante, e comincierà in tuono grave: Mentre il popolo. Troncherà il racconto, chiederà in grazia di non esser interrotto, perchè un poeta gli ha data in iscritto la narrazione in versi, acciò possa farsi dell’onore, e che spera di averla a memoria. Pant. Che si sbrighi, che egli si aspetta qualche maggior disgrazia. Tart. Che s’aspetta qualche altra pazzia di Jennaro. Truff. Si rimette in una caricata serietà, e con enfasi tragica recita la seguente narrazione, gestendo accademicamente con una goffaggine, proporzionata al suo carattere, e con somma affettazione:


Mentre il popolo attento ed affollato.
Nel magnifico Tempio aspettatore
Era di nozze, e il Sacerdote avea
Parata l’Ara; Millo, il Re, per mano
Teneva Armilla, la sua dolce Armilla,
E al siton degli oricalchi, e armoniosi
Bossi, e sonori timpani in concerto,

Gozzi. 7