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atto terzo. 91
Pant. (con sorpresa) Sior!... piase!... che cossa sentio, ve despiase forsi ste nozze? averessi qualche amor per la... eh via!... chi sa? perchè no? se zovene... delle volte no se poi defenderse... Perchè no dirmelo quando gerimo in galera? Averia volta el spiron all’opposto, e saressimo andai... che sogio mi? se no altro alla Zuecca.

     Jen. (da se) Ogni parola mi spaventa, e parmi
     D’aver Norando in faccia, di vederlo,
     D’un freddo sasso rimaner. Si pensi
     A salvar il fratello. Ogni discorso
     Si fugga di cimento. (alto) Pantalone,
     So che nella mia dura circostanza
     Tutti mi son nimici, e che voi solo
     M’amate ancora. Io giuro al Cielo, e a voi,
     Ch’amo il fratello mio più che me stesso.
     Che in Armilla amo una cognata solo,
     Che non potei non far quant’oggi ho fatto.
     Di più non dico. L’onor mio, la fama
     All’amor vostro, e l’innocenza mia
     Raccomando, e vi lascio. (a parte) Un mezzo il Cielo
     Par che m’ispiri. O salverò il fratello,
     O per suo amor perderò anch’io la vita. (in atto di partire).

Pant. No, no, vogio seguitarve, vogio star con vu; fermeve, sentì; diseme...

     Jen. (con sussiego) Io vel comando. Rimanete. Addio. (entra)