Che mi trafigge, se pietà in voi regna,
Sospendete le nozze; a mio fratello
In preda non vi date... (prende per una mano piangendo Arm.)
Mil. (facendosi innanzi furioso) Ah traditore,
Non più fratel; t’intendo. Armilla, al Tempio.
E già parata l’Ara. Io saprò infine
Dagli attentati, e insulti d’un rivale,
Più reo, perch’è fratel, difender voi,
Difender me. Degli ordini opportuni
Darò. Cadrà, se con maggiori eccessi
Si avanzerà. Trema, fratello. Andiamo,
Che la notte s’appressa, e impaziente
Mal soffro ogni tardanza. Andiamo, Armilla.
Arm.(a parte) O nozze di miseria e non di gioia!
(entra con Millo)
Jen. (furente) O sentenza! o decreto intollerabile!
O maladetto Corvo! maladetto
Il punto sia, che dallo stral trafitto
Di mio fratel cadesti. Eccomi oggetto
D’abborrimento e d’odio al fratel mio,
Ad Armilla, alla Corte, al popol tutto,
E d’innocenza oggetto. Ah, l’innocenza
Che mi val, se non posso palesarla? (piange)