Arm. Bella; e felice asilo
Prometton questo mar placido, e i colli
Aprici, che il circondano, quest’aura,
Che si respira; le promesse, e il dolce
Temperamento, e nobil di Jennaro. (verso Jenn.)
(ironica) Ma di Jennaro quell’affanno interno,
Ch’egli si sforza a ricoprir, palese
Fatto dagl’inquieti movimenti,
Da furtivi sospiri, il cor mi passa,
Ed altro mi promette, che felice
Asilo, e trono, e nozze, e lieta vita.
Jen. (scuotendosi) Forse l’azion ch’io feci di rapirvi,
Non ben nell’alma vostra perdonata...
L’esser voi fuor del patrio tetto, e in mezzo
A nuova gente sconosciuta, in petto,
Vostro mal grado, ed a ragion vi desta
Mille sospetti, e di veder vi sembra...
E vi sembra d’udir... (a parte affannoso) Cruda condanna
Che il palesar mi togli!.. Ah che tormento!
(guarda dentro, poi con velocità, ed agitazione)
Eccovi, Armilla, il caro mio fratello,
Lo sposo vostro, che s’avanza. Deh
Rasserenate il ciglio. D’amarezza
Non s’empia Millo, che tant’amo. Troppo
Fu sin or flagellato, afflitto, e oppresso. (correndo verso Millo)
Millo, v’abbraccio, e bacio.