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62 | il corvo. |
Tutto consegna, o pietra rimarrai!
Se con un cenno solo farai noto
Ad altri, fuor di te, quel gran periglio,
Che sovrasta al fratello, un freddo sasso
Rimarrai tosto! E s’io tutto consegno,
Gli occhi trarrà il falcone al fratel mio,
O morto fia dal rio destriere, o morto
Da un mostro fier, se sposo con Armilla
Si corcherà! Falcon, destriere, Armilla,
Orridi oggetti di spavento! O caro,
Amato mio fratel, qual gioia è questa,
Ch’io reco a te, dopo sì lunghe pene
E si lunghe fatiche, e pianti amari! (piange).
SCENA OTTAVA.
Pantalone e Jennaro, indi due servi, l’uno de’ quali avrà in pugno un grande e vago falcone, l’altro condurrà a mano un leggiadro cavallo, uniforme al ritratto fatto da Pantalone nella scena quinta, bardato e fornito riccamente.
Pant. Coss’è! no la dorme?
Jen. (scuotendosi) No, Pantalone.
Pant. La varda mo ste do zogiette. Oè putti, vegnì via con quel falcon e quel cavallo, fegheli goder (usciranno i servi col falcone e col cavallo passando dinanzi a Jennaro; il cavallo galleggerà con destrezza). O belli! o bravo, se no fusse vecchio, vorria farghe veder mi a far quattro capriole su quel cavallo.
Jen. Ah caro amico... (piange).
Pant. (sorpreso) Cossa vedio! la pianze?