Cambia gli uomini in piante, e ciò che brama,
Tutto avvien, quando voglia, il ratto vostro
Non soffrirà. Del torto alta vendetta
Attendete, o Jennaro. Io vi compiango,
Sventurato garzone, e me compiango,
Che contro al rigoroso suo divieto
Di non uscir giammai dalle mie stanze,
Incauta, semplicetta e curiosa
Mi lasciai trar da voi. Millo compiango,
E quanti son del ratto mio cagione.
Forse quella burrasca oggi trascorsa
Opra fu di mio padre. Oh Dio! qual scempio
Attendo in breve, ed inaudito scempio!
Jen. Ciò, che il Ciel vuol, succeda. Il mio contento
Il mio giubilo è tal, che concepire
Di mestizia l’idea per or non posso.
Armilla, quello è un padiglion.
(mostra un padiglione di dentro) In quello
Le membra stanche dal naufragio andate
A ristorare; in questo io fo lo stesso.
(mostra l’altro padiglione sulla scena).
Dopo poche ore di riposo il tempo
Si calmerà. Breve viaggio a Millo,
Mio fratel, condurracci.
Arm. Io vado, io vado;
Ma lagrime, sospiri, e angosce estreme
In breve, e non riposo, e gioia avremo (entra).