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50 il corvo.

     Smer. Iniquo, scellerato. Ciel, puniscilo.
     (a parte) Ah che del ratto i crudi vaticini
     Che chiusi ho in sen, s’avveranno alfine.
 (entra condotta dai servi).

SCENA QUARTA.

Armilla e Jennaro.


     Arm. Barbaro, che dirai? Stammi discosto,
     Corsale ardito, e, s’altra arma non temi,
     Rispetta in me la figlia di Norando,
     Principe di Damasco. Al suo potere
     Pensando trema, e una vendetta attendi
     La più feroce.
     Jen. Avvenga pure. Intanto
     Io dirò a voi, che vil corsal non sono,
     Ma fratello di Re. Di Frattombrosa
     È Millo Re; di Millo io son fratello;
     Principe son. Jennaro è il nome mio.
     Arm. Tu di Millo fratel? Di Re fratello
     Di mercante in arnese, con inganno
     Riduci in sul tuo legno le donzelle.
     Principesse innocenti, e le rapisci!
     Jen. Sì, Armilla. Quell’affetto, che mi strigne
     A Millo, fratel mio; l’aver inteso
     L’inaccessibil cor di vostro padre,
     Barbaro per costume, il caso avverso,
     L’imperscrutabil caso a forza volle,
     Ch’io vi rapissi.
     Arm. E qual imperscrutabile