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40 | l’amore |
suoi casi; il Re rimaneva attonito. Vedeva comparire la Mora e il resto della Corte in traccia della Maestà sua nella cucina. Il Re con sussiego sommo ordinava a’ due Principi di ritirarsi nella spazzacucina. Destinava il focolare per suo trono, siedeva sul focolare con sostegno reale. Giugneva la Mora, e la Corte tutta. Il Re, fedel custode della favola, metteva il caso nei termini, chiedeva qual castigo meritassero i delinquenti a quel caso. Ognuno sbalordito diceva il suo parere. Il Re nelle furie condannava Smeraldina Mora alle fiamme. Compariva Celio. Dichiarava le colpe occulte di Clarice, Leandro e Brighella. Erano condannati in una relegazione crudele. Si chiamavano i due Principi sposi dalla spazzacucina. Tutto era allegrezza.
Celio esortava Truffaldino a tener lunge i versi martelliani diabolici dalle regie pignatte, e far ridere i suoi Sovrani. Non lasciava di terminare la favola col consueto finale, che sa a memoria ogni ragazzo; di nozze, di rape in composta, di sorci pelati e di gatti scorticati, ecc. e siccome i Sigg. Gazzettieri di quel tempo facevano elogi sterminati sui loro fogli ad ogni opera nuova, che veniva rappresentata del Sig. Goldoni, non si ommetteva una calda raccomandazione all’uditorio, perch’egli volesse farsi intercessore coi Sigg. Gazzettieri in vantaggio della buona fama di questa fanfaluca misteriosa.
Non fu mia colpa. Il cortese pubblico volle re-