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36 | l’amore |
ma Plutone m’assisterà. Strega infame, strega maledetta.
Morgana. Che parlare è il tuo, mago ciarlatano? Non mi pungere; perch’io ti darò una rabbuffata in versi martelliani, che ti farò morire sbavigliando.
Celio. A me, strega temeraria? Ti renderò pane per focaccia. Ti sfido in versi martelliani. A te:
Sarà sempre tenuto un vano tentativo,
Subdolo, insussistente, d’ogni giustizia privo,
Le tali quali incaute, maligne, rovinose
Stregherie di Morgana coll’altre annesse cose;
E sarà ad evidenza ogni mal operato
Tagliato, carcerato, cassato, evacuato.
Morgana. Oh cattivi! A me, mago dappoco.
Prima i bei raggi d’oro di Febo risplendente
Diverran piombo vile, e il Levante Ponente;
Prima l’opaca luna le argentee corna belle,
E l’eterico impero cambierà colle stelle.
I mormoranti fìumi col lor natio cristallo
Poggeran nelle nuvole sul Pegaseo cavallo;
Ma sprezzar non potrai, vil servo di Plutone,
Del mio spalmato legno le vele, ed il timone.
Celio. Oh Fata, gonfia, come una vescica! aspettami.
Seguirà assoluzione in capo di converso,
Come fìa dichiarato nel primo capoverso.