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32 | l’amore |
tenerezza. Stabiliva di tagliar la terza Melarancia per aiutarle. Era per tagliarla, quando usciva. Tartaglia furioso, che lo minacciava. Truffaldino spaventato fuggiva abbandonando la Melarancia.
Gli stupori, i riflessi, che faceva questo grottesco Principe sui gusci delle due Melarance tagliate, e sopra a’ due cadaveri delle giovinette, non sono dicibili.
Le maschere facete della Commedia all’improvviso in una circostanza simile a questa fanno delle scene di spropositi tanto graziosi, di scorci, e di lazzi tanto piacevoli, che nè sono esprimibili dall’inchiostro, nè superabili da’ Poeti.
Dopo un lungo, e ridicolo soliloquio, Tartaglia vedeva passar due villani, ordinava l’onorata sepoltura di quelle due giovinette. I villani le portavano via.
Il Principe si volgeva alla terza Melarancia. Ella era con sua sorpresa portentosamente cresciuta, quanto una grandissima zucca.
Vedeva il lago vicino, dunque per i ricordi di Celio, il luogo era opportuno per aprirla; l’apriva col suo spadone, ed usciva da quella una grande, e bella fanciulla, vestita di teletta bianca, la quale adempiendo al testo del grave argomento esclamava:
Chi mi trae dal mio centro! Oh Dio! muoio di sete.
Presto datemi bere, o invan mi piangerete.
(cadeva in terra.)