Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/248

26 l’amore


La Fornaia, esatta custode del testo della Favola rispondeva:

Io no; che son tanti anni, e tanti mesi, e tanti,
Che le mie bianche poppe logoro in doglia, e pianti.
Tu, crudele, una scopa giammai non mi donasti,
Questi un mazzo ne diedero: vadano in pace; e basti.

Creonta gridava col testo:

O corda, o corda, impiccali.

E la corda col testo rispondeva:

Barbara, ti ricorda
Tanti anni, e tanti mesi; che abbandonata, e lorda
Mi lasciasti nell’umido in un crudele oblio.
Questi al sol mi distesero: vadano in pace: addio.

Creonta sempre costante al testo urlava:

Cane, guardia fedele, sbrana que’ sciagurati.

Il cane diligente custode del testo rispondeva:

Come poss’io, Creonta, sbranar gli sventurati?
Tanti anni e tanti mesi ti servii senza pane.
Questi mi satollarono: le tue grida son vane.

Creonta col testo gridava:

Ferreo Porton, ti chiudi; stritola i ladri infami.

Il Portone col testo rispondeva:

Crudel Creonta, indarno il mio soccorso chiami
Tanti anni, e tanti mesi ruggine, ed in cordoglio
Tu mi lasciasti: m’unsero; ingrato esser non voglio.