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20 l’amore

leva Rappresentazioni tragiche, con dei personaggi, che si gettassero dalle finestre, dalle torri, senza rompersi il collo, e simili accidenti mirabili; Idest Opere del sig. Chiari. Leandro voleva Commedie di caratteri: Idest Opere del sig. Goldoni. Brighella proponeva la Commedia improvvisa colle maschere, opportuna a divertire un popolo con innocenza. Clarice e Leandro collerici, che non volevano goffe buffonate, fracidumi indecenti in un secolo illuminato; e partivano. Brighella faceva un patetico discorso, commiserando la Truppa Comica del Sacchi senza nominarla, ma facile da intendersi. Compiangeva una Truppa onorata, e benemerita, oppressa, e ridotta a perder l’amore di quel Pubblico da lei adorato e di cui era stata il divertimento per tanto tempo. Entrava con applauso di quel Pubblico, che aveva ottimamente inteso il vero senso del suo discorso.

Si apriva la scena a un diserto. Si vedeva Celio mago, protettore del Principe Tartaglia, fare dei circoli. Obbligava il Diavolo Farfarello a comparire. Usciva Farfarello, e parlava in versi martelliani con voce terribile per questo modo:

Olà, chi qua mi chiama dal centro orrido, ed atro?
Sei tu Mago da vero, o Mago da Teatro?
Se da Teatro sei, non è mestieri il dirti,
Che sono un’anticaglia Diavoli, Maghi, e Spirti.

I due Poeti s’erano espressi, che volevano sopprimere nelle Commedie le Maschere, i Maghi, e i