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prefazione. clxxxvii

cesco Bartoli spetta quindi di pien diritto un bel posto in quel famoso Teatro Celeste di Giovan Battista Andreini, nel quale si rappresenta come la divina bontà habbia chiamato al grado di beatitudine di santità comici penitenti e martiri1.... Nessuno lo ha più meritato di lui!2

Dopo gli avvenimenti narrati, anche la vita di Carlo Gozzi si abbuiò. Scioltasi la Compagnia Comica del Sacchi, egli cessò poco dopo di scrivere per il teatro. Avea ancora sul telaio molte altre

  1. Con un poetico esordio a scenici Professori di far l’arte virtuosamente per lasciare in terra non solo nome famoso, ma per non chiudersi viziosamente la via, che ne conduce al Paradiso. Compiesi così il lungo titolo del libro dell’Andreini, intorno al quale è da vedere lo studio del Magnin: Teatro Celeste. Le Comédiens en Paradis. Revue des Deux Mondes. Tom. IV A. 1847 pag. 843-857. Cf. pure il Moland, Molière et la Comédie Italienne, Cap. VIII, ed il Baschet, Les Comédiens Italiens à la Cour de France, Chap. VII. Questo bisogno di riabilitare l’arte in cospetto alle accuse, che specialmente la Chiesa le lanciava, fu spesso sentito dai nostri vecchi Comici e Maschere della Commedia estemporanea. Nel senso del libretto dell’Andreini è scritta: La Supplica di Niccolò Barbieri, detto Beltramo. Vedi: Moland Op. cit. Chap. IX, M. Scherillo, La Commedia dell’Arte in Italia, Magnin, Op. cit.
  2. L’Attore Vitalba, che nel Dramma: Le Droghe d’Amore, avea fatta la parte di Don Adone, seguì, dopo il Carnovale 1776-77, la Compagnia Sacchi a Milano, dove fu ripetuto quel Dramma. Una sera, mentre si recava al teatro, gli fu da ignota mano lanciata sulla faccia una bottiglia d’inchiostro, che per poco non lo deformò. Si sospettò di un mandatario del Gratarol. Così insinua il Gozzi nelle Memorie. Parte 2. Cap. 45, pag. 421-22. Il Gratarol nella Narrazione Apologetica, pag. 130-31, narra il fatto e respinge da sè questa taccia.