bra su Carlo Gozzi e su Caterina Dolfin Tron, della quale il Gozzi stesso, nel dedicarle la Marfisa Bizzarra, aveva lodato l’ingegno, l’animo franco e la lingua sincera, non meno che il portamento leggiadro, i gigli e le rose del colorito e l’oro dei capelli,1 e che nella storia letteraria italiana è conosciuta principalmente come la protettrice di Gaspare Gozzi, a cui soleva dare famigliarmente il dolce nome di padre.2 Caterina fu certamente una delle più illustri donne del patriziato Veneto negli ultimi tempi della Repubblica. Fu ambiziosa, potente, invidiata. Perciò ebbe detrattori fierissimi in vita, e dopo morte furono molto diversi i giudizi sul conto suo. Di recente le si mostrò avverso l’Urbani De Gheltof;3 apologista forse troppo indulgente il Castelnovo, il quale però aggiunse nuovi documenti ai già noti del vivo ingegno di lei.4 Pare indubitato che lo
- ↑ Carlo Gozzi, Opere, Ediz. del 1772 Tom. VII. Dedica della Marfisa Bizzarra a S. E. la Signora Caterina Dolfino, Cavaliera e Procuratessa Tron. pag. 6.
- ↑ Vedi nelle Memorie di Carlo il Capit. 44 della Parte 2, dove narra il caso pietoso del fratello Gaspare, che a Padova preso da febbre s’era gettato nel Brenta. Riferisce in proposito un suo colloquio colla Tron. Vedi anche nelle Lettere Familiari di Gaspare (Opere, Ediz. cit. Vol. 16) le molte sue lettere alla Tron e quella in particolare del 10 Novembre 1777.
- ↑ In alcune appendici del giornale Veneziano: Il Rinnovamento.
- ↑ Enrico Castelnovo, Una Dama Veneziana del Secolo XVIII. Nuova Antologia. Second. Ser. Vol. 33.