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prefazione. clxxix

nobiltà e il governo di Venezia. Fu condannato a morte in contumacia, con sentenza del Consiglio dei Dieci del 22 Dicembre 1777,1 pel semplice titolo d’essere uscito di Stato senza la licenza necessaria ad un ufficiale della Segreteria del Senato, gli furono confiscati i beni, sua moglie e la sua famiglia furono ridotte all’indigenza ed egli, dopo essere andato errando a Brunswick, a Stokolma, in Inghilterra, agli Stati Uniti, al Brasile, partì da qui con alcuni avventurieri e chiuse miseramente i suoi giorni al Madagascar nell’Ottobre del 1785.2

Questo singolare avvenimento è profondamente caratteristico del tempo, della città e dei mali, ond’era sordamente minata la forte e antica compagine di quella società e di quel governo, che per durata, gloria, sapienza e vigore d’instituzioni e alto sentimento di patria meritò d’essere paragonato a Roma nei tempi antichi, e nei moderni all’Inghilterra. Tutto s’è ora rimpiccolito, uomini e fatti, e nel governo penetrano influenze illecite, ed una dubbia moralità inspira le decisioni dei magistrati e un arbitrio violento, che non impedisce le colpe grandi, castiga le piccole con un eccesso di rigore, da cui traspare la sua intima debolezza. Quanto alla parte del Gozzi in ciò, che

  1. È riferita nella Parte 2 della Narrazione Apologetica pag. LXXIII. Ediz. cit.
  2. Memorie Ultime di P. A. Gratarol coi documenti della di lui morte e dell’ingiustizia del Fisco Veneto etc. (Venezia, Zatta, 1797.)