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prefazione. clxxiii

persona, ogni più piccolo accidente di quel tempo felice con un mesto rimpianto, ch’egli cerca inutilmente di nascondere sotto la burlesca e pedantesca gravità delle sue solite frasi. Durò così fino al 1771, nel qual anno, ad intercessione sua, Teodora Ricci Bartoli entrò nella Compagnia Sacchi in qualità di prima attrice.1 Da principio la Ricci non piacque al pubblico; ma il Gozzi la prese a proteggere, scrisse e riscrisse commedie e drammi per lei, ed essa, che avea ingegno, avea bella ed elegante persona e bellissima voce, fìnalmente trionfò. Il periodo delle Fiabe, il quale non comprende se non cinque anni della vita artistica di Carlo Gozzi, dal 1761 al 1765, era chiuso da un pezzo. Alle Fiabe avea egli surrogate le imitazioni del teatro Spagnuolo, con le quali si pro-

    tempo a conoscere e a trattare il Conte Gozzi e ne parla con ammirazione. La commedia delle Maschere non ebbe mai maggiori trionfi che col Gozzi e col Sacchi. Dopo il 1782, scioltasi la Compagnia Sacchi, continuò, e le favole Gozziane si ripeterono più volte coll’Arlecchino Pellandi, col Fiorini già decrepito, col Brighella Martelli, col Pantalone Valsecchi, ma non erano più le medesime. L’età dell’oro del teatro Veneziano, dice il Rossi, fu quella delle lotte del Goldoni, del Gozzi e del Chiari. Poeti e comici gareggiavano. Sempre novità, e la gente accorreva in folla. Fuori del teatro gran discussioni. E uno dei maggiori Areopaghi dei parteggianti era il caffè di Menegazzo posto nella Merceria verso il Ponte de’ Baretteri, alla metà circa, a mano destra, corrispondente all’interno col campiello della Chiesa di S. Giuliano.

  1. Nella Quaresima dell’anno 1771. Memorie cit. Part. 2a Cap. 8, pag. 60.