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prefazione. clxvii


co’ successivi miei servi pro tempore potrebbero darmi argomento di formare un volume. Narrerò la sola stravaganza molesta, pericolosa e ridicola insieme, ch’io fui preso con somma frequenza da infinite persone in iscambio di chi io non era con un insistenza ostinata, e ciò che ha di vago questa stravaganza è ch’io non somigliava punto agli uomini per i quali era preso. Un giorno m’incontrai in un vecchio artefice a San Favolo, che vedendomi mi corse incontro inchinato e baciandomi un gherone del vestito piangendo, mi ringraziò ch’io avessi colla mia protezione liberato il di lui figlio dalle carceri. Sostenni ch’egli non mi conosceva e che mi prendeva per un altro. Egli sostenne vivamente, francamente di conoscermi e che io era il suo caritatevole padrone Paruta.... Chiesi a chi conosceva quel Patrizio Paruta, se mi assomigliasse. Mi si disse che non aveva con me la menoma somiglianza. Non v’è chi non conosca o non abbia conosciuto Michele dall’Agata, noto Impresario dell’Opera, nè chi non sappia ch’egli era un palmo più basso di me due palmi più grosso e difierentissimo da me ne’ vestiti e nella fisonomia. Ho dovuto soffrire per un lungo corso d’anni e sino ch’egli visse la seccaggine d’esser fermato per la via per Michele quasi ogni giorno da Canterini, da Canterine, da Ballerini, da Ballerine, da Maestri di Cappella, da Sartori, da Pittori, da dispensieri di lettere, e di ascoltar lunghe doglianze, lunghi ringraziamenti... e co’ dispensieri di lettere di dover rifiutare lettere e fardelli diretti a Michele dall’Agata, gridando, protestando e giurando ch’io non era Michele, le quali persone tutte partendo a stento si volgevano a me tratto tratto guardandomi fiso smemorati e dimostrando di credere ch’io fossi un Michele che non volesse esser Michele.

Giunto a Padova una state, seppi essere a letto da un parto la signora Maria Canziani valente e saggia Danzatrice, mia ottima amica. Volli farle una visita e chiedendo a una donna nel di lei alloggio se potessi entrare nella sua stanza, ella entrò ad annunziarmi con queste parole: Signora, è qui