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prefazione. clix

1763, dandogli notizia del Ventaglio e di un’altra commedia che progettava fin d’allora e che voleva intitolare: Il Carnevale di Venezia. «Vi saranno, scrive il Goldoni, molti Francesi e molti Italiani; non risparmierò la critica nè agli uni, nè agli altri. Farò dei confronti di costumi, di usi, di divertimenti, di musica e dei teatri. Ecco la mia idea....1» E parmi appunto l’idea, che ha incarnata nel Genio Buono e nel Genio Cattivo; commedia, che quale specchio storico di costumi, specialmente Parigini del secolo scorso, e quale documento di un nuovo svolgimento dell’ingegno del Goldoni,2 ha, secondo me, una capitale importanza. Ma ritorniamo ai critici italiani di Carlo Gozzi.

Quanto gli fu avversa la critica letteraria contemporanea, altrettanto gli fu ostile quella che la segue da presso. Il Gherardini, annotatore dello Schlegel, esiglia le Fiabe fra i melodrammi e le pantomime, «ove oggidì si vuole sopratutto che sieno colpiti i sensi, ove il cuore non si lagna se resta alquanto in riposo ed ove la ragione è meno gelosa de’ suoi diritti.3» Tutte parole, che indicano però quanto poco aveva appreso dalle Le-

  1. Vedi nella mia Raccolta di Lettere Goldoniane la Lettera 37.
  2. E non era l’ultimo, perchè il Burbero Benefico e l’Avaro Fastoso ripigliano ed ampliano la commedia di carattere.
  3. Nota 42 alla Drammaturgia dello Schlegel.